Strage di Cutro: Le Comunicazioni tra Guardia di Finanza e Capitaneria Prima del Naufragio
Il Rimpallo di Responsabilità tra Finanza e Capitaneria
Una tragica strage ha colpito Steccato di Cutro, con 94 migranti morti, inclusi 35 minori, tra il 25 e il 26 febbraio 2023. Un’informativa di oltre 600 pagine, basata sulle comunicazioni intercettate dai Carabinieri del Reparto Operativo di Crotone, evidenzia le mancate azioni di soccorso da parte della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto. Le chat tra i due corpi rivelano una preoccupante mancanza di intervento, nonostante fosse chiaro il rischio che i migranti stavano correndo. Le responsabilità, a quanto pare, sono state rimpallate tra le due forze senza che nessuno intervenisse tempestivamente.
Tempistiche e Interventi Ritardati
La prima segnalazione dell’imbarcazione con migranti è stata inviata dalla Guardia di Finanza poco dopo le 23 del 25 febbraio, circa cinque ore prima del naufragio. Nonostante le informazioni ricevute, le unità navali della Finanza hanno interrotto l’intervento a causa del maltempo, ritardando così l’operazione di soccorso. Nel frattempo, le chat della Capitaneria mostravano un atteggiamento attendista, con commenti che suggerivano di aspettare ulteriori sviluppi prima di agire.
Scambi di Accuse tra le Autorità Coinvolte
Le accuse reciproche tra Guardia di Finanza e Capitaneria si sono intensificate dopo la tragedia. La Guardia Costiera ha accusato la Finanza di fornire informazioni imprecise, compromettendo l’attivazione del piano Sar, il protocollo per il salvataggio in mare. D’altro canto, Lippolis ha affermato di aver richiesto l’intervento della Capitaneria a mezzanotte, ma senza ricevere una risposta operativa concreta. Questi scambi di accuse hanno complicato ulteriormente la situazione, sollevando preoccupazioni sulla gestione delle emergenze da parte delle autorità competenti.
Un Caso di Negligenza che Richiede Giustizia
Questa serie di eventi ha messo in luce gravi carenze nella gestione delle operazioni di soccorso, sollevando domande sulla responsabilità delle autorità coinvolte. Con sei ufficiali indagati per omicidio colposo e naufragio colposo, il caso evidenzia la necessità di maggiore coordinamento e prontezza nelle operazioni di salvataggio. Le famiglie delle vittime e l’opinione pubblica chiedono giustizia e trasparenza, auspicando che episodi simili non si ripetano in futuro.