Gennaro Sangiuliano e il Politicamente Corretto
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha espresso forti critiche sul predominio del “politicamente corretto” in Italia. Durante il Meeting di Rimini, Sangiuliano ha descritto questo fenomeno come una forza oppressiva che limita la libertà di espressione. Ha accusato il “politicamente corretto” di imporre verità rigide e di punire chiunque esprima opinioni divergenti.
Critiche ai Giornalisti Poliziotti
Sangiuliano ha utilizzato il termine “giornalisti poliziotti” per descrivere coloro che limitano la libertà di parola in nome del politicamente corretto. Questo fenomeno, secondo lui, ha creato norme assolute e punisce le opinioni non allineate. L’ex direttore del Tg2 ha citato i suoi ultimi libri letti, tra cui “La Cappa” di Marcello Veneziani e “La Nuova Censura” di Alain de Benoist, per supportare la sua posizione.
La Crisi del Giornalismo
Durante il dibattito sulla disinformazione, il ministro ha sottolineato la differenza tra fake news e opinioni legittime. Ha detto che le idee non convenzionali spesso hanno contribuito al progresso. Tuttavia, oggi il giornalismo sembra concentrarsi su questioni marginali piuttosto che su argomenti di rilevanza maggiore.
Polemicità e Libero Pensiero
Sangiuliano ha ricordato una polemica della pandemia: quando era direttore del Tg2, aveva proposto di indagare sulle origini del Covid-19. Questa proposta aveva suscitato opposizione, ma successivamente le agenzie di intelligence statunitensi hanno mantenuto entrambe le ipotesi aperte.
In conclusione, Sangiuliano ha suggerito che la prevalenza del politicamente corretto e la crisi del giornalismo riflettono una crisi più ampia della civiltà occidentale. Questo fenomeno, secondo lui, ha portato al declino della qualità del dibattito pubblico e alla polarizzazione delle opinioni.