Quota 103: Perché pochi scelgono e cosa potrebbe cambiare nel 2025
Quota 103 del governo Meloni non sta riscontrando il successo previsto: finora solo 7.000 lavoratori hanno richiesto l’accesso a questa opzione pensionistica, contro i 17.000 stimati per il 2024. Le cause principali di questo flop sono i lunghi tempi d’attesa e il ricalcolo al ribasso dell’assegno pensionistico. Con la prossima legge di bilancio, la misura potrebbe essere confermata o sostituita da Quota 41.
Perché Quota 103 non attira molti lavoratori
Quando il governo Meloni ha introdotto questa misura nella legge di bilancio 2024, erano evidenti le nuove penalizzazioni rispetto alle versioni precedenti. La finestra di attesa per ricevere l’assegno pensionistico è stata allungata a sette mesi per i lavoratori privati e nove mesi per i dipendenti pubblici. Inoltre, il ricalcolo contributivo ha ridotto l’importo dell’assegno, scoraggiando molti lavoratori dall’adesione.
Confronto con altre opzioni pensionistiche
Una delle ragioni per cui questa misura non è stata ampiamente accettata è il confronto con la pensione di anzianità prevista dalla legge Fornero. Questa scatta con 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne, con una finestra di attesa di soli tre mesi. Per molti lavoratori, attendere un po’ di più per accedere alla pensione di anzianità risulta più conveniente.
Cosa potrebbe cambiare nel 2025
Con la prossima manovra finanziaria, il governo Meloni dovrà decidere se riconfermare Quota 103 o introdurre nuove misure. Una delle proposte in discussione è Quota 41, fortemente sostenuta dalla Lega, che eliminerebbe il limite di età e permetterebbe l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi. Tuttavia, questa riforma potrebbe includere criteri aggiuntivi per contenere i costi.
Quota 103, sebbene introdotta per agevolare l’uscita dal mondo del lavoro, non ha riscosso l’adesione prevista a causa delle penalizzazioni economiche e dei lunghi tempi di attesa. Il futuro delle pensioni in Italia potrebbe vedere l’introduzione di nuove riforme con la legge di bilancio 2025, ma molto dipenderà dalle risorse disponibili e dalle scelte politiche del governo.